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HEGEL Lucio Battisti (Italy) Ricordo il suo bel nome del Tubinga ed io avrei masticato la sua tuta da ginnastica. Il nome se lo prese in prestito dai libri e fu come copiare di nascosto fu come soffiare sul fuoco. Cataste scolastiche perché quando tutto è perduto non resta che la cenere l'amore e lei nel suo bel nome era una iena chi di noi il governato e chi il governatore. Son fatti che attengono alla storia chi fosse la provincia e chi l'impero non è il punto il punto era l'incendio erano gli esercizi obbligatori estetici le occhiate di traverso e tu guardavi indietro c'eravamo capiti, capiti all'inverso ci diventammo leciti per questo. D'altronde d'altro canto a volte essere nemici facilita piacersi è così inutile un bacio dai bei modi grossolani sfuggì come uno schiaffo senza mani talmente presi ci si rese conto d'essere un'allegoria soltanto quando ci capitò di dire indicando il soffitto col naso di dire "noi due" e ci marmorizzammo. La corda tesa non l'arco e la tempesta la schiuma il cuore amò se stesso ma noi non divagammo l'animo umano è nulla se non è una pietra da scalfire ricavando i capelli e il suo bel piede era la collisione il primo scontro epico perché non scritto ma cavalcato a pelo ed ognuno esigeva la terra dell'altro le mani la terra la carne il terreno.

    





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