HEGEL
Lucio Battisti (Italy)
Ricordo il suo bel nome del Tubinga
ed io avrei masticato
la sua tuta da ginnastica.
Il nome se lo prese in prestito dai libri
e fu come copiare di nascosto
fu come soffiare sul fuoco.
Cataste scolastiche perché
quando tutto è perduto non resta che la cenere l'amore
e lei nel suo bel nome era una iena
chi di noi il governato e chi il governatore.
Son fatti che attengono alla storia
chi fosse la provincia e chi l'impero
non è il punto
il punto era l'incendio
erano gli esercizi obbligatori estetici
le occhiate di traverso e tu guardavi indietro
c'eravamo capiti, capiti all'inverso
ci diventammo leciti per questo.
D'altronde d'altro canto
a volte essere nemici facilita piacersi è così inutile
un bacio dai bei modi grossolani
sfuggì come uno schiaffo senza mani
talmente presi ci si rese conto
d'essere un'allegoria soltanto quando
ci capitò di dire indicando il soffitto col naso
di dire "noi due" e ci marmorizzammo.
La corda tesa non l'arco
e la tempesta la schiuma
il cuore amò se stesso
ma noi non divagammo
l'animo umano è nulla se non è
una pietra da scalfire ricavando
i capelli e il suo bel piede
era la collisione
il primo scontro epico
perché non scritto ma cavalcato a pelo
ed ognuno esigeva
la terra dell'altro
le mani la terra la carne il terreno.